Memento: 31 gennaio 1951 - 23 agosto 2001

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Maestro Nicola Ragno






🙏🏻 GRAZIE zio per tutto ciò di che mi hai insegnato!!! 🙏🏻




Quando si è determinati, l'impossibile non esiste:
allora si possono muovere cielo e terra.
Yamamoto Jōchō - Tsunetomo - (1659 – 1721)

“Il buddismo Zen e il Kung Fu nacquero contemporaneamente, come due facce di una stessa medaglia, come due modi per raggiungere lo stesso scopo: la pace interiore."


Kung Fu Shaolin

Monaci Shaolin1.
I monaci Shaolin basano la loro vita sull’equilibrio, la forza, la resistenza e  l’auto difesa e riescono a sopportare incredibili quantità di dolore nella più completa naturalezza, senza far trasparire nulla.

Ecco la storia:
Shaolin Si, il Monastero della Giovane Foresta, venne fondato nel 477 dopo Cristo come centro per i monaci indiani che prestavano aiuto agli studiosi cinesi per la traduzione dal sanscrito dei testi sacri del buddismo appena propagatosi nell’Impero di Mezzo.
Tra questi c’era un principe indiano di nome Bodhidarma, meglio noto in Cina e in Giappone come Da Mo o Daruma, fondatore della setta Zen. Da Mo arrivò a Shaolin nell’anno 520 dopo che ebbe attraversato il Fiume Giallo, “cosi parla  la leggenda”,  su una frasca di bambù. Per guadagnarsi dei meriti, Da Mo andò andò a stare in una caverna isolata sulla vetta della montagna alle spalle di Shaolin e li trascorse nove anni, seduto, immobile, in meditazione dinanzi a una grande pietra, fino a che su di essa rimase impressa la sua figura. Fu per compensare l’immobilità della meditazione che Da Mo e dopo di lui i suoi discepoli, tra cui il suo prediletto che una volta si mozzò un braccio pur di attirare l’attenzione del Maestro. Insieme, di seguito,  svilupparono una serie di esercizi intesi a rilassare i muscoli. A quel tempo Shaolin era circondato da una grande e maestosa foresta; fu così che studiando i movimenti degli animali selvatici  i monaci diedero vita alla loro specialissima forma di “ginnastica”. I monaci osservarono come le diverse specie di animali combattevano, come attaccavano, come si difendevano e di ciascuno di essi cercarono di individuare il punto di forza: lo strisciare dei serpente, il saltare della scimmia, il balzare della tigre, il danzare della mantide. I monaci vivevano isolati ed erano spesso vittime di ladri e banditi, i loro esercizi si svilupparono presto in autodifesa, e Shaolin divenne uno specialissimo monastero dove le lunghe ore di immobile e silenziosa meditazione venivano intercalate da altrettanto lunghe ore di violenti e rumorosi esercizi in cui vecchi e giovani monaci si cimentavano, imitando le gesta degli animali.





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